In posizione strategica al centro del Mediterraneo, tra il continente europeo e quello africano, Mazara è sempre stata meta di conquiste. Alla foce del fiume Mazaro, che attraversa la città, sorge il porto canale, su cui ruota l’attività della flotta peschereccia, prima in Italia. La città è sempre stata un crocevia, punto privilegiato di scambi culturali e commerciali. In questo senso, è nella sua storia che sono scritti l’apertura all’altro e la multietnicità, ancora oggi evidenti nella massiccia presenza della comunità tunisina. I numerosi edifici civili e religiosi da ammirare nel centro storico testimoniano le influenze culturali che si sono succedute nella storia cittadina. Assolutamente da non perdere è il Satiro danzante, straordinaria scultura bronzea del periodo ellenistico, rinvenuta nel Canale di Sicilia. Mentre nei dintorni si trovano gli interessanti siti naturalistici della Riserva Naturale Integrata Lago Preola e Gorghi Tondi e delle Paludi di Capo Feto e Margi Spanò.
Sviluppatasi fin dal tempo dei Fenici, sulla sponda sinistra del fiume Mazaro, porta nel significato del nome Mazar (in fenicio, rocca, castello) il ruolo di fortezza o di avamposto conferitole dalla greca Selinunte, a difesa dei suoi confini occidentali. A ricordo della funzione di capoluogo del più vasto Wal della Sicilia araba, nel 1862 assunse la denominazione di Mazara del Vallo. Del fervido e prospero periodo islamico nulla è rimasto, ma di esso conserva la matrice culturale nell’intrigato tessuto urbano. Con i Normanni fu sede di uno dei più antichi vescovadi della Sicilia e nel 1097 Ruggero vi tenne il primo Parlamento. Oggi Mazara racconta sè stessa attraverso i quartieri, il porto canale, i complessi religiosi, i palazzi antichi, e vanta San Vito, il giurista Imam-Al Mazarì, il medico letterato Gian Giacomo Adria, lo scultore Pietro Consagra come suoi figli illustri.
Il paesaggio del territorio mazarese, attraversato dai fiumi Mazaro e Delia, è quanto mai ricco e diversificato, distinguendo il mare e le sue coste e il Mazaro con il porto canale. Per la varietà di aspetti geomorfologici e la presenza di insediamenti umani, il paesaggio si alterna tra colline, paludi, laghetti, torrenti, sciare (in arabo, terra arida) dove prevale una vegetazione xerofita a palma nana: lo intervallano torri, bagli, cave di pietra (affascinanti le Grotte di San Cataldo) mulini, piccole chiese, ipogei (contrada Miragghianu), necropoli scavate nella roccia (contrada Roccazzo). Disseminati tra i pianori dei deccachi (colline pianeggianti), tra messi e viti, bagli e torri punteggiano la fertile campagna mazarese. I bagli, maestose strutture fortificate, con corte centrale interna, sono tipiche architetture rurali di tutto il territorio della provincia di Trapani.
La Riserva Naturale Integrata Lago Preola e Gorghi Tondi è un ambiente umido caratterizzato dall’assenza di contatto con il mare, con piccole depressioni lacustri, sciare pianeggianti e macchia boschiva di grande interesse vegetazionale e avifaunistico. L'area per quasi 100 ha è ricoperta dalla fitta vegetazione palustre tipica degli stagni mediterranei costieri, debolmente salmastri. Di grande rilievo paesaggistico sono i lembi di bosco a Quercus ilex e a Quercus colliprinus. Le Paludi di Capo Feto e Margi Spanò costituiscono un ambiente naturale particolarissimo, con un’ampia depressione, separata dal mare da un cordone sabbioso, che in inverno viene inondata dalle acque marine, mentre in estate subisce un parziale disseccamento; la vegetazione è costituita da una rara combinazione di varie associazioni vegetali, tipiche sia dei suoli sabbiosi, che di quelli umidi o ad alta salinità.
Secondo antiche credenze popolari, alcuni spazi della città e lo stesso fiume Mazaro avevano poteri magici, in grado di influenzare l’uomo e la natura. Gli Arabi denominavano il Mazaro Wadi al Wagnun, fiume dello spiritato, non trovando una spiegazione al fenomeno vulcanico di veloce abbassamento o innalzamento delle acque. Lo spazio attorno alla cattedrale in antico veniva chiamato u firriatu, cioè luogo dove si facevano firriari, girare per tre volte, i cavalli affetti da coliche intestinali, nella speranza che i dolori si affievolissero invocando il protettore Sant’Eligio (Sant’Aloi). Dal pozzo delle fate, posto nel cortile Pilazza, si potevano attingere monete d’oro, a condizione che a tirare il secchio fosse una sola persona: cosa impossibile, perchè appena giunto alla sommità, il secchio diventava pesantissimo e non poteva essere tirato fuori senza l’aiuto di altre persone.
La penultima settimana di agosto la città festeggia il patrono San Vito, dedicandogli numerose celebrazioni: ricostruzioni storiche, concerti, fuochi d’artificio e processioni tra cui quella che si svolge prima dello spuntare del sole, alla luce delle fiaccole (la più mattiniera d’Italia) che termina con lo spettacolo pirotecnico detto “jocu di focu a diunu”, e quella conclusiva sul mare. Oggetto di una profonda devozione è il dipinto di Sebastiano Conca, raffigurante la Madonna del Paradiso, compatrona della città, i cui festeggiamenti si svolgono a metà luglio. Suggestiva e spettacolare è l’Aurora, incontro tra le statue della Madonna e del Cristo Risorto, che la mattina di Pasqua chiude i riti della Settimana Santa, in un tripudio di folla, di voci, di movimenti e di suoni. Il nome deriva dall’uso, ora tramontato, di celebrare il rito alle prime luci dell’alba.
Scrigni di tesori d’arte sono le chiese, prima fra tutte la Cattedrale, un vero tripudio di decorazione e opere: dai sarcofagi ellenistici, alle sculture di Domenico, Antonello e Antonino Gagini, fra cui l’imponente gruppo della Trasfigurazione di Antonello e Antonino (1535), ai dipinti di Giambecchina. Opere pregevolissime sono inoltre l'affresco medievale con il Cristo Pantocrator (sec. XIII-XIV) e la duecentesca croce lignea dipinta. Una statua di Santa Caterina, fine opera di Antonello Gagini (1524) si trova nella chiesa omonima. Tele e affreschi del mazarese Tommaso Sciacca (sec. XVIII) ornano l’interno della fastosa chiesa di San Michele con stucchi di Bartolomeo Sanseverino. Di Ignazio Marabitti è la statua di San Vito (1771), posta al centro della Piazza della Repubblica, l’antico Piano Maggiore.
Fra i monumenti, più di tutti si impongono all’attenzione i complessi monastici, molti dei quali furono ristrutturati nei secoli XVII e XVIII, facendo vivere a Mazara la grande stagione barocca: i complessi di Santa Caterina, San Michele, San Francesco, Santa Veneranda oltre che la chiesa e il collegio dei Gesuiti. È però la cattedrale che domina su tutti per mole e importanza: edificata dal conte Ruggero, conserva parti delle originarie strutture nel transetto e nell’abside, decorata da archi ciechi. Una delle più antiche chiese è quella di San Nicolò Regale, splendido gioiello del periodo normanno del quale rimane anche un arco ogivale del castello fatto erigere da Ruggero. Oltre la chiesa di Sant’ Egidio (secc. XV-XVI), attuale sede del Museo Regionale del Satiro, sono degni di nota il Palazzo Vescovile (secc. XVI-XIX) ed il Seminario dei Chierici (sec. XVIII) che dominano sulla piazza principale.
Il più noto fra i musei è sicuramente quello del Satiro che custodisce un rarissimo e prezioso esempio di statuaria bronzea greca del IV secolo a.C., ritrovato nel 1998 da un peschereccio mazarese nel Canale di Sicilia: l’opera rappresenta un giovane satiro dalle orecchie aguzze, in atteggiamento di danza vorticosa, con la gamba sinistra sollevata, il busto ruotato e le braccia distese. Nel Museo Diocesano sono invece esposti paramenti sacri e suppellettili liturgiche in oro e argento, di straordinaria bellezza, che vanno dal XIV al XIX secolo, in gran parte provenienti dalla Cattedrale. Il Collegio dei Gesuiti è la sede naturale del Museo Civico che si compone delle sezioni archeologica, medievale e contemporanea, con una raccolta di opere di Pietro Consagra. La Biblioteca del Seminario Vescovile e quella Comunale vantano un notevole patrimonio di volumi con diversi fondi speciali.
Protagonista della gastronomia locale è naturalmente il pesce, nelle infinite varietà, che viene proposto arrostito, fritto, al forno, a ghiotta (zuppa) ed anche salato, o come condimento di gustosi primi. A Mazara, come in tutti i Comuni costieri della provincia di Trapani, piatto tipico è il couscous, di chiara matrice araba, a base di semola cotta a vapore e condito con brodo di pesce. Una vera prelibatezza sono poi i dolci in tutta la gamma della tradizione siciliana. Le suore benedettine del monastero di San Michele, seguendo antiche ricette, confezionano gustosissimi pasticcini tra cui i muccunetti, palline di pasta di mandorla, ripiene di conserva di zucca e rivestite di una velata zuccherina. Notevole è anche la produzione vinicola e ricca quella di olio, cereali, frutta e agrumi. Sono inoltre presenti numerose industrie conserviere del pesce ed enologiche. Dimensioni di scala nazionale e internazionale ha acquisito l’industria molinaria e di produzione della pasta.
L’Estate Mazarese ha un nutrito calendario di appuntamenti: musica di vario genere, rappresentazioni teatrali, tornei e gare sportive, una Rassegna Cinematografica all’aperto. Dall’1 al 6 agosto, presso il Lungomare San Vito, ha luogo la tradizionale Fiera di San Salvatore. Nel mese di ottobre viene realizzata la Festa della Borgata Costiera che rientra nell’ambito degli obiettivi di promozione del territorio, delle sue risorse artistico-culturali-tradizionali, e dell’enogastronomia locale con degustazione di prodotti tipici. Particolarmente ricco è il programma delle manifestazioni nel periodo delle festività natalizie; tipici e particolarmente apprezzati sono i tradizionali canti delle novene di Natale dinanzi alle edicole votive.
Molteplici sono le possibilità di svago e di praticare sport: spiagge di sabbia come San Vito e Tonnarella, o di roccia come Quarara, offrono piacevoli balneazioni e sono attrezzate di stabilimenti. Nel mare straordinariamente trasparente, si possono effettuare rilassanti mini crociere e praticare sport acquatici come il surf, il kite-surf, la vela, l’immersione, promossi da club, circoli e da un centro subacqueo. Mazara è provvista di impianti comunali come lo stadio e una palestra polivalente, oltre che di un policampo olimpico attrezzato per il tiro al piattello e una sala scherma provinciali. Se si preferisce l’equitazione, il tennis o il pattinaggio è possibile usufruire di impianti privati, specializzati in queste discipline. È inoltre piacevole passeggiare per le vie del centro e sul “lungomare”, punti focali della vivace vita notturna che vanta rinomate discoteche.
Fondazione Torri e Tonnare del lItorale Trapanese
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